Un viaggio in Sicilia occidentale sulle tracce dei Florio per riscoprire la straordinaria eredità culturale lasciata da questa dinastia, protagonista di un periodo magico e affascinante: l’epoca a cavallo tra Ottocento e Novecento, dove tutto sembrava possibile.
Ecco le tappe della storia dei Florio in un’ottica contemporanea che permette di scoprire ciò che ha contraddistinto la loro esperienza imprenditoriale e che oggi è possibile rivivere in West of Sicily: la costante ricerca del bello, coniugata alla consapevolezza dell’importanza dell’arte, della natura e del buon cibo.
Una vera e propria esperienza sensoriale che coinvolge ogni tipo di viaggiatore.
Lasciati sorprendere nel constatare di come le grandi famiglie imprenditoriali nella Sicilia occidentale dell’epoca abbiano inciso profondamente nel paesaggio, nelle città e nella cultura. Trapani e le cittadine vicine come Valderice rappresentano, con i loro palazzi impreziositi da arredi di grande raffinatezza e le residenze estive spesso decorate dai marmi di Custonaci e da splendidi giardini, il fascino di una solida tradizione imprenditoriale dedita al lavoro e al guadagno, ma anche incline alla ricerca del bello e sensibile agli stimoli culturali d’oltremare.
Palazzo delle Poste – Trapani
I protagonisti di questa stagione avevano ben chiaro che non può esservi prestigio sociale se non è coniugato alla piena consapevolezza dell’importanza dell’arte e della bellezza. Eleganti residenze e funzionali stabilimenti produttivi, come l’ex stabilimento Florio di Favignana, ne sono un esempio. Il complesso delle tonnare, progettato da Damiani Almeyda, fu concepito secondo l’idea che il capitale, rappresentato dalla residenza dei Florio sull’isola, ed il lavoro, cioè i grandi stabilimenti per la lavorazione del tonno, potessero esistere senza rivalità.
Ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana
E ancora: le floride attività vinicole degli Ingham, dei Whitaker, e dei Florio stessi hanno caratterizzato e continuano a segnare le nostre campagne, da Marsala a Erice e oltre, con la loro presenza e i loro colori. Il paesaggio rurale segnato dai vitigni, come quello di Buseto Palizzolo ma anche di Salemi e Gibellina (che con il MAC – Museo di Arte Contemporanea rappresenta la più vasta collezione d’arte contemporanea del Sud Italia), trasmette, ancora oggi, il senso dell’armonia e dell’equilibrio che gli uomini, dominando la natura, hanno dato nel corso di due secoli al nostro territorio.
Salemi
Non solo il vino, ma anche il sale marino era oggetto di grandi commerci con l’estero. Coltivato lungo la costa che da Trapani giunge a Marsala, ancora oggi è un esempio di eccellenza gastronomica e di biodiversità: basti pensare alla Riserva delle Saline di Trapani e Paceco. I generosi terreni della Sicilia Occidentale, i cui pendii e le cui valli (da San Vito Lo Capo e Castellammare del Golfo a Mazara del Vallo, passando per tutta la Valle del Belice) sono costellati di distese di ulivi, producono anche olio eccellente, un tempo utilizzato per la conservazione del tonno in scatola, metodo, questo, introdotto per la prima volta proprio dai Florio.
Saline di Trapani e Paceco
Una costante ricerca del bello, dunque, che queste famiglie, grandi collezioniste, hanno tramandato in un territorio che l’ha fatta propria. Di questa passione rimane, tra l’altro, la Collezione Whitaker, presso il museo archeologico di Mozia, nella Riserva dello Stagnone tra Trapani e Marsala, ma anche una stupenda collezione di oggetti in corallo, realizzati nei secoli XVII e XVIII da maestri corallari e da scultori trapanesi con grande maestria. I manufatti di uso liturgico, domestico, decorativo e quant’altro fosse richiesto da una committenza di alto rango, sono oggi custoditi presso il Museo Pepoli di Trapani.
Corallo Rosso, Museo Pepoli – Trapani
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