Opere d'arte en plein air
Una passeggiata nell'arte contemporanea
Gibellina è un museo en plein air unico al mondo, nonché il più piccolo paese (meno di 4.000 abitanti) con il più grande patrimonio d’arte contemporanea d’Europa.
Una visita a Gibellina permette di fare un viaggio insolito nell’arte contemporanea del Novecento, un’esperienza fuori dal comune che merita di essere vissuta in tutti i periodi dell’anno.
Questo progetto di riappropriazione del territorio è una passeggiata nel tempo tra antico e contemporaneo, un viaggio emotivo che ripercorre la storia della Valle del Belice. Nasce grazie all’iniziativa di Ludovico Corrao, l’ex sindaco di Gibellina che dopo il terremoto del 1968 ha chiesto ai migliori artisti contemporanei di dare un volto nuovo alle strade, ricomponendo così la memoria della città rimasta nascosta tra le macerie.
Installazioni, architetture sui generis e azzardi di contemporaneità restituirono a Gibellina la bellezza, permettendole così di guardare di nuovo al futuro.
La città è diventata un immenso laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica, in cui le opere di valore hanno rinnovato lo spazio urbano secondo una prospettiva del tutto nuova. Gli artisti hanno lavorato sul luogo fondendosi con il territorio e realizzando oltre cinquanta opere che oggi costituiscono un patrimonio straordinario e che attira turisti da tutto il mondo.
Ma entriamo nel dettaglio delle opere che compongono questo museo en plein air davvero unico:
Il Grande Cretto di Alberto Burri, una delle opere d’arte contemporanee più estese al mondo, sorge a undici chilometri dalla città dove un tempo sorgeva Gibellina Vecchia.
Alberto Burri cementifica le macerie e realizza un’opera di Land Art che rievoca i vicoli della Gibellina che fu. Unico e maestoso, ma in qualche modo malinconico, il Cretto entra in totale connessione con la natura e garantisce un forte impatto emotivo: la sua visione a distanza è stupore per gli occhi, la passeggiata tra i suoi vicoli un’esperienza travolgente.
La Porta del Belice di Pietro Consagra, l’enorme portale a forma di stella che dà il benvenuto a Gibellina Nuova e a tutta la Valle del Belice. Fu progettata nel 1981 come simbolo della rinascita dopo il terremoto e la sua forma richiama le luminarie che in passato erano presenti per le festività.
La “Stella di Gibellina” è una stella polare nel cielo del Belìce, che orienta il viaggiatore alla scoperta delle tracce della Storia della Valle. È un varco tra il prima e il dopo terremoto, l’antico e il moderno, il passato e il futuro: l’emozione di attraversarla non si dimentica facilmente.
La Torre civica di Alessandro Mendini, è una torre realizzata in cemento a vista alta venti metri. Realizzata nel 1987, ha una forma a tronco di cono tagliato ed è concepita come uno strumento musicale per le “segnalazioni acustiche urbane”. Come un minareto laico, in cinque momenti della giornata la torre diffonde suoni e richiami siciliani dai suoi tre ordini di altoparlanti. Il progetto musicale, realizzato in collaborazione con l’Istituto di antropologia dell’Università di Palermo, prevede che per cento anni la torre emetta suoni sempre diversi. Suoni che derivano dall’elaborazione di parole e grida di gente comune come pescatori, contadini e venditori ambulanti: il coro del popolo si frammenta e diventa polvere sonora a uso di tutti.
La Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, realizzata nel 1980 e punto inconfondibile nel panorama di Gibellina. Sua caratteristica indiscussa è la grande sfera in cemento bianco che simboleggia l’universo, l’infinito, la totalità.
La sfera si adagia su un quadrato e un parallelepipedo, dove hanno luogo le liturgie, che rappresentano invece la razionalità non trascendente della natura umana. La contrapposizione tra le forme riflette l’importanza del contrasto tra cielo e terra, spirituale e materiale, divino e terreno. Le due dimensioni si incontrano solo in un punto: l’altare.
Il sistema delle Piazze di Franco Purini è un allineamento di piazze che meraviglia chiunque con i suoi giochi di prospettiva. Forme, luci e ombre rendono quest’opera urbanistica l’esempio perfetto di un luogo che sente il bisogno di rinascere in nome della modernità. Scattare una foto qui è d’obbligo.
L’unicità della Sicilia Occidentale sta proprio nel suo riuscire a garantire un turismo integrato: dal mare alla storia, dall’archeologia all’arte contemporanea, dalla natura alle opere di urbanistica. Grazie a città come Gibellina, la Sicilia Occidentale continua a produrre arte a distanza di oltre quarant’anni dall’appello visionario di quel sindaco e senatore che ha visto in Gibellina una possibilità di rinascita. Qui antico e moderno si uniscono in un connubio di bellezza che non smette di stupire.
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“Laica, moderna e democratica, l’arte non può stare solo all’interno delle chiese o nelle grandi dimore signorili o al servizio di un ordinamento, di un potere, bensì deve star fuori, per strada, solo così diventa arte per tutti”.
Ludovico Corrao
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